martedì 29 aprile 2008

Gianna, Aida e le altre...

In principio c'erano le varie Lisa, Francesca, Manuela, Marinella, Anna e Linda, protagoniste delle più famose canzoni degli anni Sessanta e Settanta: donne affascinanti con alle spalle storie difficili, vittime ingenue o in base alle diverse situazioni, oggetto del desiderio del maschione di turno. Ad un certo punto, però, sono arrivate Gianna, Aida, Marianna, Berta e Lucia e scusate il gioco di parole, la musica è cambiata. Il merito della rivoluzione è di un cantautore molto particolare un “certo” Rino Gaetano che ha spazzato via i clichè legati alle canzoni dedicate al mondo femminile, proponendo modelli di donne fuori dai canoni, semplici, allegre e trasgressive nella loro libertà di essere quello che vogliono. Tante parole sono state scritte e dette su Rino Gaetano, tragicamente scomparso in un incidente stradale a soli 30 anni nel 1981, ma poco ci si è sempre soffermati su come Gaetano ha affrontato le grandi protaganiste di molte delle sue canzoni: le donne. Con i suoi versi, che a chi non è dotato di molta arguzia sembrano marcette senza senso, ha spazzato via un universo fatto di donne che spasimano sui loro cavalieri o seduttrici che torturano il povero malcapitato maschio. Il mondo femminile di Gaetano lo si intuisce già da una delle prime canzoni “I love Marianna” che molti erroneramente credevano dedicata alla marijuana, mentre invece è un allegro e affettuoso, ma mai sdolcinato, inno d'amore alla nonna Marianna a cui il cantautore era legatissimo. Ma Gaetano non si ferma certo qui e sceglie proprio una donna, “Aida”, come simbolo di settant'anni di storia italiana vissuta attraverso gli occhi e gli umori di una ragazza senza età che tra le sue sottane di lino e calze a rete, simboli della femminilità estrema, ripercorre la vita del paese attraverso i conflitti, il regime, la democrazia, la povertà e la speranza. Una scelta che lo stesso Gaetano ha motivato così: “Aida rappresenta tutte le donne da settant’anni a questa parte, quindi la nonna, la mamma, la fidanzata, un’eventuale futura mia figlia. Sono tutte Aide, che hanno sofferto come forse ho sofferto io negli ultimi ventott’anni e come ha sofferto mia madre…”.
Un mondo diverso è invece quello di “Gianna”, la canzone più famosa di Gaetano, figura di donna libera sessualmente e mentalmente ma priva della nota melodrammatica di “Bocca di Rosa” e diventata il simbolo della voglia di vivere e sfuggire dagli schemi non per il puro gusto di stupire. La capacità femminile di predisporre da sole del proprio corpo e della propria vita è un motivo caro delle canzoni di Gaetano che mai giudica o compatisce le sue protagoniste come “Lucia” e il suo letto dove spesso tutti si danno appuntamento. Trasgressioni, se così si possono definire, che sfociano nell'apoteosi con “Berta filava” geniale ed ambigua già dalla scelta del nome. Berta, infatti, è sia la moglie di Carlo Magno, protettrice delle filatrici attività per secoli ad appannaggio femminile, che la sorella ripudiata perchè aveva intrattenuta una relazione con un uomo di umili origini. Un nome importante e celebrato nelle tradizioni popolari che Gaetano rielabora nella storia della sua Berta che lascia da parte fili e arcolai per “filare” “con Mario e con Gino e nasce un bambino che non era di Mario e non era di Gino.....”



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