lunedì 7 luglio 2008

Gay Pride, le donne della comunità gay: esistiamo anche noi!

Madrid si veste di giallo, rosa, rosso, blu, azzurro e verde, e chi ne ha più ne metta, per la festa dell’Orgullo Gay – meglio conosciuta in Italia come Gay Pride - finita il 5 giugno dopo una settimana di festeggiamenti e conclusa con una nottata folle lungo le strade del quartiere di Chueca, uno dei più grandi quartieri gay d’Europa, ma anche dei più vivi, ricchi di ristoranti, negozi e locali della capitale spagnola. Ogni anno, per celebrare la modernità e la tolleranza di questo Paese, sempre più aperto e predisposto nei confronti dei così detti “diversi”, (sia anche solo per poter dichiararsi politicamente corretti) per le strade del centro della città più grande della penisola si riversano migliaia di persone con tanta voglia di gridare al mondo che esistono. Quest’anno, diversamente dai trascorsi, la festa è stata in onore dell’orgoglio lesbico e quindi tutta al femminile, per questo degna di nota, soprattutto per Nannarella. Donne alla riscossa, anche tra gli omosessuali, pronte a rivendicare la propria presenza dimenticata e ignorata specialmente quando si parla di omosessualità. La giornata conclusiva di questo party, diventato ormai un appuntamento estivo per tutti i madlileni, non solo omosessuali, si è svolta in allegria: tutti erano invitati a partecipare. Il pomeriggio del sabato ha visto sfilare decine di carri con miss stravaganti alla guida, e la stessa Bibiana Aido, Ministro dell’uguaglianza del governo Zapatero, non si è tirata indietro di fronte a questa ennesima occasione di visibilità appoggiando la parata e la celebrazione - differentemente dalla sua omologa italiana, Mara Carfagna, chiaramente più omofoba rispetto alla collega - mentre la festa ha continuato fino a tarda notte per le piazze del quartiere di Chueca, zona ripresa in molte pellicole di uno dei principali protagonisti della Movida madrilena, Pedro Almodovar. Nannarella non poteva lasciarsi sfuggire un tale evento e si è immersa tra la folla variopinta: coppie giovani e meno giovani di omosessuali e non, ballerini e transessuali, ma anche turisti sorridenti armati di macchine fotografiche e videocamere. Non sono mancati momenti di tensione, soprattutto nei pressi della Piazza di Chueca dove la moltitudine di persone, talmente fitta,  ha rischiato di creare zuffe tra la gente trascinata da un vero e proprio fiume-umano in piena. Una volta trovato un posto sicuro e meno affollato non è stato difficile lasciarsi andare vivendo la notte appieno, facendo conoscenza con alcune di queste creature stravaganti. Tra le note di “Nel blu dipinto di blu” e di canzoni della mitica Raffaella Carrà che hanno risuonato in ogni angolo e in ogni bar visitato – giuro, sono stati veramente tanti – abbiamo anche avuto modo di vivere esperienze più che curiose e verificare con mano il non poco rifiuto della comunità gay maschile nei confronti delle femminuccie spaesate come me che, cercando un bagno disperatamente - a causa dell’effetto birra -  sono capitata in un posto alquanto ineteressante: tutti uomini, la maggior parte enormi montagne di muscoli che in un altro momento avrebbero suscitato contemplazione, ma che il bisogno fisiologico mi rese completamente ostili. I clienti di questo locale non hanno tardato molto al mettermi in guardia dall’avvicinarmi ai bagni riservati solo alle coppiette maschili, non certo alle prese con effusioni romantiche…  Chiedere aiuto a un compagno di festa non mi ha aiutata; anche lui, ha confermato la versione di barista e clienti dicendo: “lì sotto, tu, non ci puoi andare”. La mia insistenza non è stata ricompensata, e alla domanda: “ma cavolo, qui non c’è un bagno per donne?” Nessuno è sembrato imbarazzato nel rispondermi: “No! Qui c’è solo un bagno per uomini”. Che novità!

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