lunedì 19 maggio 2008

Lega Nord: le donne per il partito in un'analisi norvegese

Giovedì 24 aprile 2008 mi sono imbattuta in un articolo ironico, come sempre, dell’ormai mitico e pungente Beppe Severgnini. Il tema del pezzo: la tanto discussa, in Italia e all’estero, “questione Lega Nord”, che è solita creare non pochi problemi ai connazionali espatriati, soprattutto quando si trovano a dover rispondere a domande, spesso scomode, riguardanti il partito padano per il quale i media stranieri non riserbano un trattamento affatto indulgente. Lo stesso inconveniente lo ha vissuto il noto giornalista quando, durante una trasferta norvegese ad Oslo, ha avuto un incontro con alcuni studenti bramosi di saperne di più su questo ennesimo fenomeno all’italiana, non privo di polemiche, contraddizioni e a volte veri e propri colpi di scena. E cosa c’è di più pericoloso e difficile di studenti che, oltre ad essere preparati in materia, sono anche curiosi? Severgnini precisava nell’articolo che la persona a “bombardarlo” di domande era stata in particolar modo una giovane alla ricerca di quante più informazioni possibili sul partito italiano, a quanto pare, a detta del giornalista, non molto chiaro ad una mente scandinava (come del resto è prevedibile). A colpirmi è stato l’interesse di Ida Lovise, è questo il nome della studentessa, laureata in Storia e alle prese con la sua tesi focalizzata sulle Donne della Lega Nord. Visto l’argomento piccante e visti i risvolti recenti anche molto attuale, ho rispolverato il mio inglese arrugginito scrivendo a Ida per chiederle di raccontarmi qualche cosa sul suo lavoro: un’analisi totalmente esterna, non influenzata direttamente dai fatti e utile a farci capire qualcosa di più sulla nostra politica recente e sulla tendenza ideologica di una porzione di cittadini. La studentessa, modesta e discreta, mi ha risposto con grande cortesia, contenta del mio interesse e, soddisfatta che il suo lavoro riscontrasse tanta curiosità da parte, a quanto pare non solo mia, come ha precisato scrivendomi: “again thank you for your interest, and being the first woman that wrote to me. :-)”.
“Le donne della Lega Nord”. È questo l’argomento della tesi della giovane in cui le realtà politiche dei partiti populisti di destra, della Francia di Le Pen e del partito progressista scandinavo FPÖ, sono studiate parallelamente alla bossiana Lega. Ida ha vissuto in Italia per un anno e ha continuato a mantenere un profondo interesse nei confronti della nostra penisola e dei fenomeni che in essa prendono vita. Tra questi, la Lega Nord rappresenta per lei uno spunto molto discusso, a volte manipolato con atteggiamento allarmista tendente alla banalizzazione e ad una visione superficiale dei fatti, da parte dei media
. La ricerca di Ida,  molto più specifica e non ferma sul partito in generale, mi è sembrata diversa e capace di apportare sfumature interessanti, non comuni all’argomento. Concentrandosi sul ruolo che assume la donna all’interno del contesto politico leghista, riesce ad uscire dagli schemi di facile semplicismo. I leghisti, argomenta Ida, fanno una sorta di “squish”. Uniscono, da una parte, una politica moderna indirizzata al progresso e all’esaltazione della difesa dei diritti femminili, spingendo verso: la parità tra i sessi e la lotta per la valorizzazione del ruolo della donna nella società. Vogliono che le donne vengano aiutate e possano avere un appoggio concreto, in modo da poter coniugare finalmente lavoro e famiglia; usano, a proposito, fare spesso riferimento alla situazione scandinava in cui si promuove una politica di appoggio alle madri lavoratrici, con disponibilità di asili e il permesso di orari flessibili e contratti part-time. Dall’altra parte, però, i Padani promuovono il mantenimento di una certa immobilità dei ruoli femminili, in modo che questi rimangano legati a una struttura tradizionale in cui l’essere moglie e madre perdura come principale fonte di realizzazione delle nuove giovani donne. È vero che vengono promossi contratti di lavoro vantaggiosi d’appoggio alle famiglie, ma è anche vero che questi, in Italia, sono sempre e solo indirizzati alle donne, mai agli uomini, come invece accade in Scandinavia e in quei Paesi in cui si vuole raggiungere una effettiva parità di diritti tra i sessi. A questo riguardo, Ida riporta una frase di Umberto Bossi che credo sia indicativa e riesca a riassumere il concetto indicato: “ Bisogna sottolineare alle donne che hanno figli che l’assenza della madre comporta effetti negativi sull’esistenza dei loro figli per tutta la vita” – Padania 26 Agosto 2000 p1,3 – La politica per le donne è per questo motivo spesso identificata con la politica per la famiglia, che nella visione del partito padano rimane l’ambito femminile per eccellenza. Allego inoltre al testo alcune immagini, consapevole del forte messaggio che contengono, e utili ad argomentare maggiormente il modello femminile di riferimento esaltato dai leghisti. L’annullamento femminile all’interno delle forme più tradizionali della religione mussulmana è usato qui, chiaramente, come anti-modello. Un simbolo da distruggere e fermare, minaccia per la cultura occidentale. La contrapposizione netta tra il conservatorismo mussulmano e la più “libera” condizione femminile occidentale in queste immagini è molto potente. Artificio utilizzato al fine di esaltare e affermare la libertà femminile in Europa che, non troppo libera, rimane intrappolata tra i parametri tradizionali del conservatorismo nostrano. Un’idea di donna che manca comunque di molte sfumature, eterne assenti e costantemente ignorate in simili rappresentazioni. 
La separazione, ben definita in questi volantini leghisti, si trasforma in unione nell’opera di un artista tunisino, Garrach Mourad (mourad.garrach@hotmail.fr), che mi è capitata sottomano recentemente: nella sua “Femme Mauresque”, il fotografo africano apre le porte ad una compenetrazione tra la nudità occidentale e la cultura mussulmana rappresentata da una donna coperta da un hijad e dal cui abito lungo e nero fuoriescono, da una spaccatura della tela, un seno e uno scorcio di ventre. Volgarità occidentale e aberrazione di censura mussulmana sono annullate - come spiega l'artista - nella rappresentazione fotografica. Il tentativo è di riprodurre un ritratto idillico delle due società, fuse nel ritratto della donna moresca che per alcuni potrebbe essere addirittura, tutto al contrario, il manifesto della schiavitù occidentale e orientale a cui è costretta la donna, schiava in entrambi i casi del potere del suo sesso, in Europa esaltato continuamente come valore aggiunto alla nuova femminilità e in Medio Oriente censurato perché causa della degenerazione umana, e più precisamente di quella maschile. Lo scopo del parallelismo tra le immagini di Mourad e della Lega è risaltare la sensibilità dell’arte, per niente immune al senso di confusione e sconcerto portato dalla vicinanza violenta tra due culture da secoli lontane e che oggi, forse più che mai, dovuto ai mezzi di comunicazione, sono costrette ad una compenetrazione e ad un continuo, paradossale, guardarsi l’un l’altra per ignorarsi. L’arte, come la politica, è sensibile ai “movimenti” popolari che si diffondono per le strade e tra la gente, portando alla creazione, in opera d’arte o in partito politico, di una risposta a tali inquietudini, con l’unica differenza che l’arte spesso è capace di anticipare l’opinione pubblica. La politica ne è conseguenza.

5 commenti:

Silvia ha detto...

Bellissimo articolo! Spunto per ottima, attenta riflessione, grazie! ;-)

Nannarelle ha detto...

Grazziissimooo! Mi farebbe piacere sapere cosa pensi al riguardo. E grazie per aver letto il post con attenzione, è un tema che mi sembra interessantissimo e mi appassiona moltissimo. ;)

Silvia ha detto...

Sì, tema estremamente interessante e nondimeno spinoso! Che dire? Intanto che il "fenomeno Lega" non è di difficile comprensione solamente per la mentalità scandinava: ti assicuro che pure da queste parti... non è che sia così chiaro, trasparente... affatto! Perciò comprendo appieno l'interesse, la voglia d'indagare e di penetrarne il senso che ha spinto Ida ad interessarsi all'argomento. E, vista la situazione e la natura del caso, non so se sia motivo di vanto e di onore, per l'Italia, tutto questo scalpore e interesse suscitato dalla Lega, ne dubito! Il punto, secondo me, è che ciò che la Lega rappresenta è una forma di estremismo grave e pericoloso non molto differente da quello che essa demonizza tanto nelle sue "campagne anti-islam"; insomma, l'estremismo per quanto si possa battezzare con un altro nome... non cambia la sua sostanza! Se andiamo a vedere bene la sostanza: ciò che dice la Lega - in materia femminile - non è così variato rispetto ai dettami dell'Islam, oh no! E' solo più condito di ipocrisia la versione leghista. Leggendo vari manifesti leghisti (specie quelli attuali in materia di "sicurezza") si individua sempre un'idea di donna-oggetto-bene di proprietà dell'uomo italiano che è sensibilizzato a proteggere la sua donna, ad agire contro lo straniero... non per volontà di salvaguardare la vita/salute/incolumità/dignità femminile... ma agire SOLAMENTE perchè la minaccia viene perpetrata da uno straniero! Manifesti del tipo: "Potrebbe essere tua moglie/madre/sorella" e frasi tipiche xenofobe che fanno sembrare la minaccia maschile contro la donna semplicemente affare "straniero/rom/clandestino", quando i dati dicono ben altro! Ma a quegli invasati xenofobi leghisti fa comodo pensare che siano solo gli stranieri a minacciare le "loro donne", loro donne sempre indentificate come oggetti da preservare dallo straniero assassino... quasi come la cassaforte presa d'assalto durante la rapina. Ma poi è un dato di fatto che l'uccisione/stupro di qualsivoglia donna venga preso solo come motivo di strumentalizzazione dalla politica... tralasciando, dimenticando che il problema "violenza sulle donne" non è un problema di sicurezza, perlomeno NON solo! Ma certo che per un gruppo di persone votate all'odio razziale questi temi caldi delle cronache sono come il regno dei balocchi per far rivendicare loro quei temi di razzismo e intolleranza che tanto amano. Il "leghismo" è solo un'altra sfumatura del maschilismo imperante occidentale chiamato, però, con un altro nome (maschilismo occidentale assai subdolo perchè abilmente mascherato): parlano di progresso della situazione femminile, di opportunità lavorative, di aiuti per le mamme e di tutti quei bei discorsi tipo "pari opportunità"... ma in concreto pregano Dio che la donna se ne rimanga buona buona a casa a fare la calzetta, perfetto angelo del focolare a preparare la cena al maritino e a cullare una nidiata di pargoli (leghisti??!); bel progresso! Perlomeno, quelli dell'Islam non prendono per il culo le loro donne proponendo loro un modello di progresso della loro situazione... che in concreto mai avranno! Bossi afferma che un figlio cresciuto con la madre "a mezzo servizio" ne soffrirà per il resto della vita: lui è uno di quei sfortunati pargoli? Come dici tu, anche se propongono contratti che appoggiano le famiglie sono comunque rivolti alle sole donne e mai agli uomini (come succede nel nord europa), questo a chiara dimostrazione che il ruolo della donna sarà sempre quello "della fascia più debole della società che ha tanta voglia di fare, ha buona volontà, ci fa tanta simpatia e cerchiamo allora di aiutarla dandole qualche contentino per premiare l'impegno... ma comunque senza mai dimenticare che non potrà mai ambire a più di quanto siamo disposti a darle"!! Tutto il resto è ipocrisia gratuita, insopportabile e dannosa! Lo dico e lo ripeto: l'estremismo leghista non è tanto distante dal vituperato (dai leghisti) islam... sono più simili di quanto sono disposti a scommettere. Solo che i musulmani lo fanno alla luce del sole... e la Lega no! Sai, addirittura - non so se sia vero, ne ho letto in qualche blog - che l'8 marzo, al nord, durante un corteo al femminile/femminista... qualche serio esponente del pensiero leghista incitava allo stupro... e poi pretendeva di distribuire lo spray anti aggressione! Non so quanto ciò sia vero, ma non mi stipirei se mi fosse confermato. E in merito ai manifesti sessisti... beh, sono sotto gli occhi di tutti...

L'estremismo, di qualsiasi colore e natura, fa paura e tutti lo condanniamo; ma spesso chi lo condanna con più fermezza... è il primo ad essere un estremista! Non so la nostra Ida a quale conclusione giungerà al termine del suo studio dettagliato del "problema Lega"... ma noi non possiamo fare un motivo di vanto il fatto di avere un partito del genere al potere, dico solo questo.
In merito all'immagine di Garach Mourad - grazie per la segnalazione, davvero interessante! - credo che sia un esempio edificante della degenerazione ideologica sia dell'occidente che dell'oriente: perchè da qualunque punto di vista si valuti le due correnti, beh, sono negative, distruttive e sbagliate entrambe per le donne! Mostrano entrambe un'idea distorta e appunto da estremisti della concezione della donna nell'anno duemila. Dimostrando, in definitiva, che nessuno dei due filoni è giusto e legittimo... ma c'è chi è seriamente convinto che uno dei due filoni sia da plauso... mentre l'altro da cancellare! Io dico che vanno seriamente riveduti entrambi i profili, poi se ne potrebbe pure riparlare.

Nannarelle ha detto...

Bene bene, mi fa piacere che tu abbia così ampiamente espresso la tua analisi della situazione e mi è sembrato molto interessante l'esempio sulle ronde : "gli uomini che proteggono le loro donne". Questa è un'altra immagine che riprende il dualismo sottolineato da Ida. Ridare dignità alla donna è un tentativo più volte marcato dal partito, ma per farlo si usano metodi che continuano a riprendere la debolezza femminile e la forza dell'uomo macho. Riguardo a Mourad sono contenta che sia stato apprezzato, anche a costo di uscire un po' dalla linea tematica iniziale. Mi è piaciuto sottolineare un aspetto diverso da quello suggerito dall'artista -Mourad, con quest'opera, voleva riassumere le sue due culture, Occidentale e Medio Orientale, con raffinatezza e serenità - ma una volta individuato il significato ricercato da Mourad: la raffinatezza e l'assenza di volgarità che vuole comunicare, ho reputato necessario aggiungere- e questo è solo un mio modesto parere e non vorrei fosse frainteso con il messaggio reale che l'artista vuole diffondere- la possibilità di interpretare tale immagine quale rappresentazione di una sorta di prigione per il sesso femminile presente in entrambe le culture e quindi su cui riflettere abbondantemente.

Silvia ha detto...

Non c'è reale volontà di ridare dignità alla donna se a parole se ne dicono tante, ma in concreto nulla si attua! Beh, allora, a parole siamo capaci tutti... ma quando si tratta di trasmettere la teoria nel campo della pratica, ahiaiai, è tutta un'altra storia! E' a quel punto che in molti si scoprono simili a quelli che demonizzano... molto più di quanto vorrebbero! Il fatto è che ci sarebbero gli strumenti, le modalità per rendere vera giustizia alla donna... ma è un rischio che NESSUNO vuole assumersi...e siamo condannati a rimanere ancorati, pertanto, alla nostra arretratezza culturale! Per quanto riguarda l'opera di Mourad - che per carità intendeva sicuramente puntare l'attenzione su un particolare messaggio, nessun fraintendimento - ho compreso perfettamente la tua interpretazione e la condivido totalmente: ossia la rappresentazione di una sorta di prigione per il sesso femminile presente in entrambe le culture; credo davvero che sia così, che la donna sia intrappolata in un dannoso stereotipo da cui trova difficoltà a farsi fuori sia in una cultura sia nell'altra. Finchè non ci renderemo conto di questo e non cominceremo a lavorare per abbattere questo cliché sarà difficile sperare in una reale parità! C'è molto da riflettere, molto per tutti...