giovedì 17 aprile 2008

Julia Pastrana una storia di sfruttamento che non conosce fine...



Purtroppo nel mondo ogni giorno milioni di donne vengono sfruttate, trattate come schiave e illuse dietro lo spauracchio di un briciolo d'amore. Anche Julia Pastrana ha avuto tutto questo, ma la sua agonia non finì nemmeno con la morte, dopo la quale fu ancora un ricchissima fonte di guadagno per il suo presunto compagno di vita che la imbalsamò per mostrare al mondo quella che non era una donna ma solo un fenomeno da baraccone. Nessuno conosce la storia di Julia Pastrana, a lei non sono certo dedicate vie, piazze o pagine sui libri di storia, fatta forse eccezione per qualche stralcio di leggenda popolare che rimanda alla tradizione degli spettacoli itineranti. Julia Pastrana non meritava nemmeno di avere un nome: lei era la donna barbuta e gli occhi del mondo la scrutavano con bramosia per vedere i lunghi peli che la coprivano in tutto il corpo. Incerte le notizie sulla sua nascita avvenuta nel 1834 e ancor di più sulla sua infanzia: il suo agente-amante Theodore Lent, la spacciava per figlia di una messicana che abitava in un luogo popolato da animali selvatici facendo intendere con malignità che il padre fosse da ricercare proprio in quegli ambienti. Appena incontrò quella ragazza ricoperta di fitti peli neri (fatta eccezione solo per i palmi di mani e piedi) capì che si trovava di fronte ad una bella montagnetta di soldi, alta molto di più del scarno metro e trentotto di Julia. In breve tempo la convince ad andare in Inghilterra: Julia ha 23 anni, è dolce e minuta e cosa rarissima per l'epoca, sa leggere, scrivere, ha una discreta voce da mezzo soprano e conosce a memoria le più famose romanze spagnole ed inglesi. Ancora meglio, deve aver pensato fregandosi le mani Lent: una bestiola che canticchia e declama versi fa ancora più presa sul pubblico. Fa esibire Julia in tutte le fiere e teatrini d'Inghilterra e la gente fa la fila per vedere le gesta della donna barbuta. Ma per Lent non è abbastanza: per tenere ancora più stretta l'assetata d'amore Julia la sposa dandole l'illusione di una vita normale. Lo sprazzo di normalità arriva con una gravidanza che si trasformerà in tragedia: Julia partorirà una bimba, anch'essa ricoperta di peli, ma morirà poco dopo il parto assieme alla sua bambina. Lent sfrutta il dolore e la morte per arricchirsi ancora di più dando al pubblico un nuovo spettacolo: imbalsama i corpi di Julia e della piccola e ricomincia il suo giro per le fiere in giro per l'Inghilterra. Le sue spoglie sono ancora custodite nell'istituto di medicina legale di Oslo. La sua vicenda fu d'ispirazione nel 1964 al regista Marco Ferreri per il crudelissimo film interpretato da Ugo Tognazzi e Annie Girardot “La donna scimmia”. Curioso sapere che per molto tempo il produttore censurò la fine del film obbligando il regista a tagliare la scena finale che vede un Tognazzi lucrare sulla morte della moglie esibendo il corpo imbalsamato ed imponendo addirittura per il pubblico straniero un finale alternativo a lieto fine. Come si suol dire, non importa se è successo davvero ed una donna è stata sfruttata ed abusata in vita e dopo la morte, l'importante che il pubblico abbia il suo lieto fine and the show must go on...

8 commenti:

Silvia ha detto...

Non conoscevo la storia di Julia e nemmeno sapevo che il film che citate fosse ispirato a una storia vera (comunque, non ho visto la pellicola). Tutto questo è tremendo: trasformare una donna in un fenomeno da baraccone per denaro; e non solo: addirittura prendersi gioco della sua sensibilità e della sua fame di amore per alimentare al meglio lo spettacolo! Orribile, orribile, orribile! Le sofferenze delle donne non hanno mai fine e le aberrazioni che, tra le più sfortunate, hanno dovuto subire in nome del diritto di "esistere" sono da cancellare. E' un dolore tremendo quando vengo a contatto con vicende del genere, vicende di donne uccise dalla follia dell'uomo. Prego per le sofferenze di tutte queste donne, nostre sorelle, che nel passato e nel presente sono costrette al giogo malvagio dell'uomo... Grazie, ragazze, per ciò che raccontate, grazie! ;-)

Sarina ha detto...

cara silvia finchè nel mondo ci saranno persone sensibili come te una speranza brillerà...grazie ancora per l'attenzione e per i pensieri che rivolgi a tutte le donne sfortunate come Julia...grazie Silvia e speriamo ci siano tante Silvie

Silvia ha detto...

Grazie! Io sogno un mondo in cui per ogni donna ci sia rispetto, libertà, diritto alla vita e dignità riconosciuta. Spero che molti uomini, TUTTI GLI UOMINI raggiungeranno questo grado di consapevolezza e sensibilità verso le donne! Allora sì che la Speranza sarà onorata appieno... ;-)

Anonimo ha detto...

Neanche io conoscevo la storia di questa donna.
E pensare che l'altro giorno sono finita su un nuovo programma trash, lo show dei record.
Ho assistito solo a un paio di "casi", e mi è venuto da piangere osservando la stessa malattia in un bimbo messicano, che ovviamente veniva presentato - come tutti gli altri - tipo fenomeno da baraccone.
E' sicuramente una storia meno cruenta, ma altrettanto terribile. Credo che la mancanza di sensibilità sia anch'essa una malattia.

Sarina ha detto...

Sono concorde con te nel credere che la mancanza di sensibilità sia una malattia,solo che è l'unica malattie che non fa vittime in chi ne è affetto ma in tutti gli altri..non ho visto la trasmissione mi è bastato vedere il promo dove annunciavano il bambino più peloso del mondo come un orsacchiotto!!un bacio grande

Anonimo ha detto...

Di questa storia ne ho sentito parlare stamattina alla radio ma ascoltavo "a spizzichi e bocconi" in quanto al lavoro non posso dedicare il tempo che vorrei all'ascolto e mi sono documentata in pausa pranzo....non so dire quanto mi turba questa storia non mi capacito della sofferneza di questa donna di cui, se vogliamo, la storia è solo di nicchia....Mi spiace tantissimo anche se decisamente a posteriori penso solo che se storie del genere venissero documentate e raccontate sarebbe sicuramente una gran cosa anche perchè ci sono donne OGGI che subiscono non le stesse angherie di Julia ma qualcosa di similmente devatante e non hanno il coraggio di raccontarlo per pudore vergona e altro
grazie

Sarina ha detto...

ciao ale, prima di tutto grazie per la visita ed il commento. Si la storia di julia è agghiacciante e tristissima e come dici tu tante persone ancora oggi sono trattate come un fenomeno da baraccone a causa di difetti fisici o malattie che ricordo nessuno sceglie e nessuno ne ha colpa...La cosa che mi fa più tristezza è che Julia seguito come un "cagnolino" il suo aguzzino solo per un disperato bisogno d'amore...Certe cose passano gli anni ma non cambiano mai...

Federico ha detto...

Ogni situazione è buona per generalizzare sugli uomini, e sparare a zero, tanto ormai è diventato uno sport nazionale. Usate parole come consapevolezza e sensibilità, come se facessero parte solo del genere femminile, e dall'altra parte esista solo cinismo e crudeltà. Ci sono un sacco di donne che sposano uomini che non amano, solo per farsi la bella vita. Illudendoli di amarli, quando l'unica cosa a cui puntano sono i soldi. Però di questo non se ne parla mai vero ? altrimenti la solida casa delle critiche verso l'uomo potrebbe scricchiolare. Se aveste un minimo, dico un minimo di onestà intellettuale, da una storia come quella qui descritta, si potrebbe muovere una critica verso il cinismo spietato verso il genere umano, ma no, sarebbe troppo poticaly correct, è molto più semplice sparare a zero contro l'altro, contro il diverso(perchè questo sta diventando l'uomo,un diverso da far sentir in colpa) dove c'è sempre un cattivo. Poi se si generalizza l'intera categoria, bhè pazienza, l'importante è passare sempre da vittime