Baby Hardel è una indiana atipica, una donna che, insieme ad altre giovani molto simili a lei quanto a esperienza di vita, ha raccontato la sua storia diventando una delle protagoniste del documentario "India: coraje contra destino ", di Juan Antonio Sacaluga, parte di una serie di reportage dal nome "Las luchas de las mujeres" che mostrano ed analizzano il ruolo della donna nelle società più problematiche riguardo all'emancipazione e ai diritti femminili (qui l'articolo del Mundo). Il racconto di Baby oltre ad assumere un valore individuale indubbiamente sconvolgente è importante perché capace di raffigurare non solo il singolo, ma anche di descrivere un'intera società costretta a continui abusi e violenze. La testimonianza diretta è il libro che la Hardel ha scritto e pubblicato grazie all'aiuto di un antropologo indiano, Prabood Kumar: dopo averla assunta come domestica, poco a poco, ha visto in lei una personalità irrompente e degna di essere ascoltata e nella sua vita una storia capace di infondere forza e insegnamento. Il libro, Una vita meno ordinaria, racconta "semplicemente" la vita di questa donna che ha avuto il potere di unire centinaia di altre giovani indiane nella sua stessa condizione, creandosi intorno una rete di scambio di opinioni e soprattutto un modo, per tutte, di non sentirsi sole. La forza del suo messaggio è straordinaria, testimone che la speranza di un cambio esiste. In una società in cui la moglie è proprietà del marito diventando oggetto di sfogo e violenza della famiglia politica frustrata dalla fame e dalla povertà, la fuga di Baby dal nucleo familiare e la sua lotta per la libertà e per la dedizione all'educazione dei figli sono atti pieni di coraggio e di prospettiva per il futuro. Nonostante i pestaggi quotidiani, Baby non riversa il suo odio contro il marito, vittima anche lui di un India in cui l'educazione al rispetto per il prossimo è praticamente inesistente, ma si sforza e lotta per poter cambiare il suo intorno, partendo col dare tutto l'amore possibile e una buona educazione ai suoi figli. Ovviamente, non tutte le giovani indiane sono fortunate come lei. Purtroppo, ancora troppe ragazze muoiono uccise o suicide per colpa di una condizione che altrimenti le costringerebbe al lavoro bestiale e alle torture continue da parte del marito e dei suoi parenti. Purtroppo, per la maggior parte delle donne, in India, le opzioni sono poche, anche se con l'esempio di Baby si apre a molte di loro una terza via percorribile che è quella della non sottomissione e della scelta di andare avanti sole, in modo da non sentirsi più sole.
venerdì 28 marzo 2008
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2 commenti:
Sì, la condizione della donna indiana è tra le più drammatiche al mondo e purtroppo la premura di fare un tentativo di cambiare le cose non viene a nessuno. Già, Baby Hardel è stata fortunata a trovare la via dell'emancipazione e della salvezza da una vita di violenze e sopraffazione; che altre donne possano sottrarsi prima o poi a tale giogo. Tutte le donne oppresse.
Grazie per i contenuti - estremamente importanti ed edificanti - che riportate nel vostro blog: uno sguardo necessario sulla condizione della donna oggi, da qualsiasi punto di vista o zona del mondo. Veramente un impegno ammirevole che anch'io, per quanto mi è possibile, porto avanti...
Mi sono permessa di linkare nel mio blog il vostro blog. E non mancherò di leggerlo sempre con piacere! ;-)
Grazie mille per il tuo interesse e per la tua collaborazione al nostro blog. Un abbraccio e a presto. P.S. anche tu sei già linkata a Nannarella ;)
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