venerdì 9 maggio 2008

Addio Mildred paladina dell'amore e dei diritti


Quando a soli 17 anni nel giugno del 1958 ha sposato il fidanzato Richard mai avrebbe immaginato che il suo matrimonio sarebbe diventato il simbolo della libertà individuale e dell'integrazione razziale. Come ogni sposa la giovane Mildred Joving si apprestava a vivere quel giorno come il coronamento del suo amore e l'inizio di una nuova meravigliosa vita. Il destino, però, le riservava ben altre sorprese... Sono passati quasi cinquant'anni da quel giorno di mezza estate ma Mildred non ha fatto in tempo per vivere questa importante ricorrenza: se ne andata, infatti, pochi giorni fa a 68 anni per un tumore ai polmoni ma con la consapevolezza che la sua storia e le sua esistenza di tranquilla ragazzina di colore hanno cambiato molte vite nella bigotta società americana degli anni 50 e 60. L'amore tra Mildred e Richard è nato improvviso ed impetuoso nella campagna della Virginia: lei è un'adolescente afroamericana e lui un muratore bianco con solo qualche anno di più. Per loro il diverso colore della pelle non è né un problema né un ostacolo e forti del amore e della prossima nascita di un bambino decidono di sposarsi: per coronare il loro sogno d'amore sono costretti, però, a recarsi a Washington poiché in Virginia i matrimoni misti non sono consentiti. Dopo le nozze con il certificato in mano tornano a casa dove li aspettano amici e parenti ma anche lo sceriffo che irrompe di notte nella loro casa per arrestarli. Il loro matrimonio non è riconosciuto in Virgigna e la giovane coppia è accusata di aver violato la legge che vieta “il mescolarsi delle razze”. Mildred e Richard vengono processati e condannati dal giudice Leon Bazile che durante la sentenza pronuncerà le incredibili parole «Dio aveva creato le razze bianchi, neri, gialli e rossi per poi collocarle su continenti separati. Questo fatto mostra che Dio non aveva alcuna intenzione che le razze si mischiassero». Il giudice però, bonta sua, offre agli sposi la possibilità di non scontare l'anno di carcere al quale erano condannati se acconsentono di andaresene dalla Virginia e non tornare per almeno 25 anni. Un crudele esilio che obbligava la coppia a lasciare la propria famiglia e affetti per un'imposizione ottusa basata su ancestrali leggi raziali. Mildred accetta e inizia lontano da casa la sua nuova vita con l'adorato marito. Cinque anni dopo il desiderio di vedere la madre ed i parenti è troppo forte e gli sposi tornano in Virginia per una breve visita. Per loro ci sarà ancora l'arresto. A questo punto Mildred dice basta: è solo una sconosciuta ragazzotta nera ma prende carta e penna e scrive una lettera all'ora ministro della giustizia Robert Kennedy al quale racconta la sua vicenda. E' l'inizio di un'asprissima battaglia legale e terribile lotta contro i pregiudizi razziale insiti nello stato considerato il più moderno del mondo e la cui parola fine sarà messa solo nel 12 giugno del 1967 con una sentenza unanime della corte Suprema che dichiarerà illegittima la legge della Virginia che proibisce le unioni tra bianchi e persone di altre razze. In seguito alla sentenza furono abolite le leggi razziste che persistevano ancora in 16 stati e che constravano contro l'emendamento 14 della costituzione americana che sancisce il diritto individuale al matrimonio. Mildred ha vinto: la legge ha dato ragione al suo cuore e la sua forza è servita d'esempio a tante altre coppie miste. Dopo tante battaglie il destino le riserverà un amaro colpo regalandole solo una manciata di anni con il suo amatissimo Richard che rimarrà ucciso nel 1975 in un incidente stradale causato da un automobilista ubriaco. Distrutta dalla perdita del marito non ha mai smesso di lottare fino alla sua morte, avvenuta nei giorni scorsi, per l'uguaglianza dei diritti. Intervistata più volte sulla sua vicenda amava ripetere con semplicità:"Circondata come sono adesso da meravigliosi figli e nipoti, non passa giorno senza che io pensi a Richard e al nostro amore, e a quanto abbia significato per me avere la libertà di sposare la persona a me preziosa. Credo che tutti gli americani, indipendentemente dalla loro razza, dal loro sesso, dal loro orientamento sessuale, dovrebbero avere la stessa libertà. Il governo non ha il diritto di imporre le credenze religiose di alcune persone sulle altre persone. Non sono una politica, ma sono felice che il mio nome e quello di Richard siano iscritti in una sentenza che può aiutare a rafforzare l'amore, l'impegno, la giustizia e la famiglia che tante persone, nere o bianche, giovani o vecchie, omosessuali o eterosessuali, cercano nella vita. Io sostengo la libertà di sposarsi per tutti".

2 commenti:

Silvia ha detto...

La storia di Mildred e di suo marito è uno degli esempi di coraggio, di costanza e di volontà di non arrendersi a un sistema ottuso più importanti e decisivi della nostra epoca. E' incredibile pensare che c'è stato un tempo, neppure tantissimo tempo fa, in cui i matrimoni misti erano illegali e venivano puniti con persecuzione, discriminazione e carcere. Questa non è la civiltà che ci aspettiamo, che vorremmo. Per fortuna al mondo ci sono ancora persone come Mildred, una speranza è ancora possibile!

Sarina ha detto...

si è davvero assurdo pensare che fino a poco tempo fa era considerato illegale sposarsi con una persona dal colore della pelle diverso...