lunedì 7 aprile 2008

Trasgressione (2). Corpo femminile.

Avevamo iniziato parlando di Movida madrilena e di come gli anni ottanta impulsarono e plasmarono il cambio generazionale nella penisola iberica dove ora las niñas ya no quieren ser princesas (le bambine non vogliono più essere principesse – Joaquin Sabina). Donne e femminiltà libere da schemi anteriori, libere di esprimersi ed essere quello che preferiscono e scelgono autonomamente per se stesse, senza imposizioni storiche, prive di obblighi di derivazione maschilista e appartenenti a società androcentriche. Lasciando tutto ciò in sospeso, spostiamo lo sguardo in un’altra direzione, alla terra che ha visto lo sviluppo e i primi passi dei movimenti femminili  dando i natali alle Suffragette e al Women’s Liberation Movement, qui incontriamo Thomas Beatie. La sua foto ha fatto il giro del mondo: il primo uomo incinto a punto di dare alla luce una bimba.  

" To our neighbors, my wife, Nancy, and I don’t appear in the least unusual. To those in the quiet Oregon community where we live, we are viewed just as we are -- a happy couple deeply in love. Our desire to work hard, buy our first home, and start a family was nothing out of the ordinary. That is, until we decided that I would carry our child.

I am transgender, legally male, and legally married to Nancy. Unlike those in same-sex marriages, domestic partnerships, or civil unions, Nancy and I are afforded the more than 1,100 federal rights of marriage. Sterilization is not a requirement for sex reassignment, so I decided to have chest reconstruction and testosterone therapy but kept my reproductive rights. Wanting to have a biological child is neither a male nor female desire, but a human desire. " 

Questa è la testimonianza di Thomas che apparenta essere un giovane uomo, ma che fortunatamente a detta di molti, fino all'età di 24 anni era una lei, notizia che da una parte della popolazione è stata accolta come una  rassicurazione, per lo meno del fatto che la maternità continui per ora ad essere prerogativa esclusivamente femminile, o quasi.

Nel post precedente ho proposto una situazione in cui la femminilità era pura essenza e sentimento, ora capovolgo la questione: cito un’esperienza in cui la femminilità si ferma alla carne e al corpo, non all’essere. Due estremi che servono a sottolineare le componenti fondamentali nell’appartenenza di genere: sentirsi donna e feminile ed essere biologicamente donna e femminile.

I movimenti di lotta e liberazione hanno portato alla rottura di tutti i canoni che definivano l’essere donna, canoni legati ad una struttura sociale ed economica in cui all’uomo era riservata la vita pubblica e alla donna quella privata, in cui la differenziazione dei sessi portava ad una differenziazione dei ruoli associati di conseguenza al genere. Questo processo, prima rotto dall’avvento dell’industrializzazione e della sempre più necessaria presenza della donna nel funzionamento degli ingranaggi della società capitalista, ha poi aperto la porta al dubbio per il quale, “forse”, la donna poteva compiere altre attività al di fuori del nucleo domestico. Si afferma una ridefinizione di femminilità, non più solo inquadrata all'essere madre e moglie, e una ridefinizione di essere uomo. Poco a poco gli schemi si sono rotti e frantumati, incrociati e sovrapposti creando infinite possibilità nell’essere donna e uomo. Il risultato? Io ne ho scelti due per aprire il dibattito, ora sta a voi provare a definire l’appartenenza di genere, tenededo anche conto di questa frase che rompe totalmente la definizione di donna nel passato: Beatie in una intervista televisiva ha affermato: "I see pregnancy as a process and it doesn't define who I am. Ironically, being pregnant doesn't make me feel any more female or femine."

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